sabato 30 novembre 2013

Solo l'Amore guarisce e trasforma




venerdì 29 novembre 2013

La strage degli innocenti




giovedì 28 novembre 2013

Ave Maria!




La salvezza arriva da Betlemme

Amatissimi, ci ritroviamo con grande gioia in questo spazio virtuale per volere di Dio,
come una grande famiglia, tutti uniti nella preghiera ed in particolare in questo
tempo di Avvento in preparazione al Santo Natale.
Il nostro dialogo con il Signore sarà intenso e si traccerà sulla pista che ci ha 
indicato la nostra dolce Mamma Celeste..."la speranza viene da Betlemme". 
Prepariamoci ad accogliere con amore il Signore nostra pace e, in questo tempo di Avvento vogliamo imparare ad accoglierlo nella fede, nell'amore.
VIENI RE DI GIUSTIZIA E DI PACE
Misericordia e verità si incontreranno, giustizia e pace si abbracceranno. La verità germoglierà dalla terra e la giustizia si affaccerà dal cielo.


Ave Maria!
maria maistrini

giovedì 21 novembre 2013

Un cristiano per interesse o vanità segue un altro vangelo

Un cristiano per interesse o vanità segue un altro vangelo

     

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di FRANÇOIS-XAVIER NGUYÊN VĂN THUÂN
Lo spirito mondano diventa modello di vita.
Si crede di lavorare per Dio, ma non si segue lo spirito del Vangelo, perché si prendono a riferimento criteri totalmente mondani. Questo modo di essere cristiano a seconda delle circostanze, risulta ondivago: se tutto va bene, ci si professa cristiani, se la situazione precipita, si rinnegano i principi evangelici. Un cristiano per interesse accetta di far parte di una comunità soltanto se ne vede i vantaggi materiali. Un cristiano vanitoso si presenta soltanto quando c’è una celebrazione importante ed è invitato al posto d’onore, altrimenti non si fa vedere.

A volte, il voler apparire a ogni costo è causa di continua sofferenza. Giunto in Occidente, ho visto belle automobili, case grandi, ma ho anche verificato che non di rado ognuno vuole avere più del vicino e per riuscirci diventa schiavo del lavoro. Spesso i criteri mondani che assumiamo dipendono da quello che dicono i giornali, la radio, la televisione. Per determinare ciò che è bello e buono vale allora il principio di maggioranza, anche se contrasta con la coscienza. L’anno scorso, in Norvegia, ho incontrato una professoressa che era vice-ministro del suo Governo. In quel Paese come in altri, la maggioranza della popolazione è di religione protestante, e la Chiesa deve dipendere dall’autorità civile. La signora lamentava questa situazione denunciandone la pericolosità, perché riteneva che la Chiesa stesse cadendo sotto il controllo dell’opinione pubblica. Il Governo comanda alla Chiesa; il Parlamento con i suoi decreti comanda il Governo, ma le leggi sono approvate sotto la pressione che l’opinione pubblica esercita tramite i mass media. Poco tempo prima, quel Governo aveva ottenuto le dimissioni di due pastori, perché si opponevano all’ab orto. Alcune agenzie parlano male del Papa, lo accusano di fatti irreali, di essere contrario allo sviluppo. Ma poi, noi vediamo che quando egli si avvicina ai giovani, essi accorrono in milioni per ascoltarlo. E questo, perché egli ha il coraggio della verità, nonostante l’opinione pubblica. La gioventù di oggi è in bilico in un mondo che è in crisi di fede e di valori. Perciò ha bisogno di persone che abbiano il coraggio di dire senza giri di parole dov’è il vero e dov’è il falso. Spesso, oggi si esige che lo Stato e la Chiesa considerino virtù ciò che è intrinsecamente peccato. Un chiaro esempio è dato dalla questione dell’omosessualità. L’opinione pubblica sta esercitando pressioni perché sia considerata moralmente accettabile. La Chiesa compatisce certe situazioni, ma deve difendere la verità. Il Papa dice: «Non c’è bisogno di votare per la verità», perché la verità è sempre tale. Un Vangelo falso è differente dal Vangelo autentico. San Paolo parla di un Vangelo «diverso» da quello da lui annunciato. Come si possono distinguere? Basta osservare le persone che seguono un “altro” Vangelo, per individuare la falsa giustizia, la falsa libertà, la falsa liberazione. Ma per riuscirvi, devi anzitutto evangelizzare te stesso. Altrimenti non hai ancora abbastanza Vangelo in te o non lo vivi ancora veramente. Con il Vangelo devi permeare te stesso,gli altri, la società di oggi: solo così si potranno avere uomini nuovi e società nuove.
Non basta che tu viva bene per te stesso, urge impegnarsi nel mondo di oggi.
Abbiamo una responsabilità: un giorno dovremo rispondere davanti a Dio, se ci siamo impegnati oppure se siamo rimasti indifferenti davanti alle sofferenze dei fratelli.
Mi piace meditare quel brano del Vangelo che dice: «Io sono la vite, voi i tralci» (Giovanni, 15, 5). Se ci lasciamo permeare dalla linfa del Vangelo, che è Gesù, diventeremo uomini nuovi, avremo un “Vangelo genuino”, perché saremo pieni di Gesù.

© Osservatore Romano - 20 novembre 2013


Il senso della vita


 Riflessioni sul Senso della Vita
Intervista tratta da: "Riflessioni sul Senso della Vita" 

Domande:

1) Normalmente le grandi domande sull’esistenza nascono in presenza del dolore, della malattia, della morte e difficilmente in presenza della felicità che tutti rincorriamo, che cos’è per lei la felicità?
*E’ interessante la tua domanda che mi suggerisce questa risposta: Proprio alla presenza del dolore, della malattia e della morte mi viene offerta tale domanda, perché è grazie al disagio che si cerca l’agio, grazie al dolore particolarmente se morale, spirituale, si è spinti a cercare oltre, più in alto: “Inquieto è il mio cuore finchè non riposa in Te”. La felicità è lo scopo primo per cui Dio ci ha creati. La sua nascita segna l’arrivo del “gaudium magnum” – “Vivete le mie parole affinchè la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia perfetta”- Il Paradiso è creato perché in eterno possiamo godere in Dio tutta la Felicità e con essa godere ogni altro bene, senza alcun male.

2) Cos’è per lei l’amore?
*E’ il dono che sgorga dal cuore verso un altro appena prendi coscienza di essere infinitamente amato; è il traboccare d’una realtà paradisiaca che non sai e non puoi contenere in te, come del resto neppure Dio sa e può trattenere: “Bonum diffusivum sui”. Io e tusiamo stati creati da Dio perché amati da Lui e per dare a Lui la possibilità di amare qualcuno fuori di sé. Poter amare il prossimo è salute per te e per lui. L’amore reciproco è amore perfetto perché assomiglia a quello del Padre, è amore trinitario, è un amore che permette di donarci reciprocamente Dio tanto da meritarne la presenza non solo in noi, ma anche fra noi. E’ il nostro paradiso in terra. Io sono in mezzo a loro se trovo due o più uniti nel mio nome,  si amano cioè reciprocamente

3) Come spiega l’esistenza della sofferenza in ogni sua forma?
Mi piace ricordare le parole d’un canto che mi aiuta molto:
“E’ tanto difficile capir
Gesù Abbandonato il tuo dolor,
capire il vero amor”.
E l’amore vero è quello “che nulla chiede e tutto dà”.
E’ umanamente inaccettabile, inspiegabile il dolore. Solo dopo il calvario un Dio è venuto ad assicurarci la sua presenza d’amore in ogni sofferenza piccola o grande; comunque anche il dolore più piccolo è sempre la massima misura dell’Amore perché “contiene” ed è espressione  dell’amore infinito.  Un santo dice che è umanamente impossibile abbracciare il dolore; ma aggiunge che Gesù – uomo dei dolori - ha fatto suo il dolore così tanto da “rivestirsene”. Il dolore, ogni sorta di dolore, ogni manifestazione dolorosa della vita è ormai segno tangibile, sensibile dell’Amore. Perfino ogni espressione negativa del vocabolario ti dona un nome nuovo con cui chiamare l’Amato. “Ti butti ad abbracciare un mare di dolore, ti ritrovi in un mare di Amore”. Ogni croce è la porta, è il punto di passaggio dell’amore di Dio per l’umanità e dell’umanità verso Dio. Segna il punto focale dell’unione tra Dio e l’uomo e dell’uomo con Dio. Per cui abbracciando il dolore, non si abbraccia il dolore, ma “la seconda persona della santissima Trinità, l’Amore del Padre fatto carne”.

4) Cos’è per lei la morte?
*Per me la morte non è il cessare di respirare sulla terra, ma è il continuare in cielo a respirare pienamente quello Spirito d’amore iniziato fin dalla nostra nascita in questo mondo. La morte non è il finire di qualche cosa, ma è la più grande rivelazione a ciascuno dell’innamoramento di Dio che tanto ci ama da non farcela più in paradiso senza di noi. Con la morte si avvera l’abbraccio definitivo tra L’Amore e chi si lascia amare. “Rompi, o mio Amato, la tela al dolce incontro ormai”- “O mio Dio è ora che ci vediamo!”.  A una signora che lamentava la morte di  suo marito a causa di una distrazione del medico, vista la sua fede, mi sono sentito di dire: ” La morte è agli occhi di Dio talmente importante che non può mai pensarsi causata da una distrazione, ma da “eccessiva attenzione” dell’Amore di Dio, talmente geloso di te, che non vuole lasciarti “in braccio” a nessuno.

5) Sappiamo che siamo nati, sappiamo che moriremo e che in questo spazio temporale viviamo costruendoci un percorso, per alcuni consapevolmente per altri no, quali sono i suoi obiettivi nella vita e cosa fa per concretizzarli?
Il più bel paragone che mi risulta in grado di rispondere a  questa domanda è: “Il bambino appena nasce s’aggrappa alla mamma che Dio gli ha affidato e dalla quale è nato. Non può vivere, non gli è chiesto, nè sa fare un passo, né può volere qualcosa, né ricevere nulla senza diretto o indiretto riferimento alla mamma. Il percorso del bambino è stare in braccio alla mamma”Rimanete nel mio amore”- “In Ipso vivimus, movemur et sumus” –Il pesce guizzando in pieno mare, non vede il mare, ma lo vive e lo gode.  “Senza di me non potete far nulla” – “Tutto posso in Colui che è la mia capacità”. In Lui quindi trovo ogni momento la via da percorrere, la luce della verità che mi illumina il cammino ed è il vigore della vita. Il bambino non riesce a vedere la mamma proprio quando e  perché vive in lei. Mai una creatura è tanto intima a Dio come quando, passando la notte oscura, non lo vede se non con la fede pura. La mia fortuna è avvertire che senza di lui sono smarrito, senza forze, né direzione.

6) Abbiamo tutti un progetto esistenziale da compiere?
* Mi pare che il progetto esistenziale corrisponda alla vocazione che Dio da a ciascuno e che Lui sa portare avanti. Ho sperimentato che il progetto della mia vita ce l’ha in mano Lui. Spesso mi ripeto come prima urgenza di ogni mia giornata: “come in ogni uomo, anche dentro di te hai Dio-Papà; lascia che ti faccia da Papà nella tua vita”. Mi esprime molto il titolo d’un mio libretto: “La manina nella Mano”. Sembra la foto del mio stare e del mio andare: un bambino che non può sbagliare strada, anzi ha la certezza di indovinare ogni passo e in qualsiasi direzione quella Mano lo voglia condurre. Tanto che non desidera tanto andare qua o là, esprimere questo o quel progetto quanto tenere la manina nella Mano. Stare nell’Amore è la realizzazione di ogni progetto esistenziale.

7) Siamo animali sociali, la vita di ciascuno di noi non avrebbe scopo senza la presenza degli altri, ma ciò nonostante viviamo in un’epoca dove l’individualismo viene sempre più esaltato e questo sembra determinare una involuzione culturale, cosa ne pensa?
* Rispondo con una metafora dei miei libretti, perché Dio ci ha creati a immagine sua, come comunità, come espressione dell’amore fraterno, come famiglia: Due ruote e un telaio: Spesso telefonavo a Stino, mio amico carissimo, per sollecitarlo ad attuare quanto insieme ci eravamo proposti con entusiasmo. Ma lo sentivo privo di ogni slancio, demoralizzato al punto che ripeteva: “Non vedo soluzione ai problemi che si presentano. Sarebbe bello, ma io non posso, non me la sento; dal mio punto di vista è tutto assurdo”.             Come sempre, non perdevo tempo a discutere al telefono; lo invitavo semplicemente a mangiare una pizza. Gli era facile stare insieme a tavola per una mezz’ora; anzi quei benedetti momenti di comunione diventavano la soluzione del problema, luce per ogni oscurità, ebbrezza per ogni proposito. Ecco perché il demonio è vincente appena inietta il veleno della disunità.             Approfittai per raccontargli la storia d’una bici che sapevo gloriosa di imprese. Un giorno le due ruote per un violento incidente si erano separate una dall’altra e già erano demoralizzate ai bordi opposti della strada. Ancora intatte ed efficienti; ma sole. Da una spirava disperazione e dall’altra il triste rammarico di non poter più godere i gloriosi traguardi su strada.             Non perdetti tempo a ragionare con le due “separate”. Con il loro assenso, le presi e le portai dal meccanico che le ha applicate e unite al loro stesso telaio. Non era ancora ultimata l’operazione di aggancio che avevano già ripreso con slancio a programmare imprese che da sole era ovviamente assurdo anche solo pensare.             Se due ruote separate sono disperate, in una bici cantano vittoria. 8) Il bene, il male, come possiamo riconoscerli? *Il male lo riconosco dall’inquietudine, dall’insoddisfazione, dal disagio; il bene che mi accompagna lo godo dall’appagamento, dalla serenità, dalla libertà che genera. La conoscenza del bene ce l’hai quando lo perdi.  Sai cos’è la pace soprattutto quando ti manca. Agostino definisce l’Amore, il massimo bene, come vera espressione di libertà; tanto che in vita a vivere il massimo dell’amore cristiano per godere il massimo della libertà: “ama et fac quod vis”. Nessuno gode maggior libertà di chi ha fatto suo il volere di Dio che coincide con il massimo amore: “In la Sua voluntate è nostra pace”. 9) L’uomo, dalla sua nascita ad oggi è sempre stato angosciato e terrorizzato dall’ignoto, in suo aiuto sono arrivate prima le religioni e poi, con la filosofia, la ragione, cosa ha aiutato lei? *Ogni astro, ogni pianeta, ogni pianta, ogni essereogni uomo riceve dal creatore il suo DNA. Da qui la sua partenza; è la proiezione che, assecondata, gli assicura la pienezza della serenità e la fuga da ogni angoscia, il bene della libertà. Io so che ogni uomo che perda la pace, che smarrisca la direzione o che si trovi nel baratro della sua miseria o sprofondato nell’angoscia più nera dell’orfanezza, può in ogni momento ricomporre  tutto, può sempre ritrovare il riposo sicuro rifugiandosi “nel sen che mai non cangia”: “Padre, nelle tue mani affido il mio spirito”. 10) Qual è per lei il senso della vita? *Per me il senso della vita, e lo sperimento vero ogni giorno, è godere quella felicità che ci deriva dalla certezza di essere amati immensamente da Dio, cosi come siamo. Certezza che ti rilancia a  vivere in pienezza l’amore fraterno fino a donare la vita: non c’è felicità più grande, non c’è amore più grande. Mi piace cantare: trovi vita se doni la vita    P. Andrea  Panont 

La gioia




domenica 17 novembre 2013

Santa Elisabetta d'Ungheria

20/10/2010 - Santa Elisabetta d'Ungheria (Udienza generale)

Santa Elisabetta d'Ungheria

Santa Elisabetta d'Ungheria
Santa Elisabetta d'Ungheria
"Video in italiano"
Oggi voglio parlarvi di una delle donne del Medioevo che ha suscitato l'ammirazione è più santa Elisabetta d'Ungheria, chiamata anche Elisabetta di Turingia.
Nato nel 1207, gli storici discutono sul luogo. Suo padre era Andrea II, ricco e potente re di Ungheria, il quale, per rafforzare la politica, aveva sposato la contessa tedesca Gertrude di Andechs-Meran, sorella di santa Edvige, che era la moglie del duca di Slesia. Elisabetta visse nella Corte ungherese solo i primi quattro anni della sua infanzia, insieme a una sorella e tre fratelli. Gli piaceva il gioco, la musica e la danza; fedelmente pregato loro preghiere e mostrava già particolare attenzione verso i poveri, che aiutava con una buona parola o un gesto d'affetto .
Spaziani
Spaziani
La sua infanzia felice è stata interrotta quando, i signori della Turingia lontane venuto a portarla alla sua nuova casa nella Germania centrale. Infatti, secondo i costumi del tempo, il padre aveva deciso di diventare principessa Elisabetta di Turingia . Il langravio o conte di quella regione era uno dei sovrani più ricchi ed influenti d'Europa all'inizio del XIII secolo, e il castello era centro di magnificenza e di cultura. Ma dietro i partiti e la gloria apparente nascondeva le ambizioni dei principi feudali, spesso in guerra tra di loro e in conflitto con le autorità reali ed imperiali . In questo contesto, il langravio Hermann molto volentieri accolto il fidanzamento tra suo figlio Ludovico e la principessa ungherese. Isabel ha lasciato la sua patria con una ricca dote e un grande seguito, comprese le loro ancelle personali, due delle quali erano amici fedeli fino alla fine. Sono loro che ci hanno dato preziose informazioni sui bambini e la vita del santo.
Dopo un lungo viaggio è venuto a Eisenach, per salire dopo la fortezza di Wartburg, il possente castello che domina la città. Dove ha ricoperto il compromesso tra Luis e Isabel . Negli anni successivi, mentre Luis imparato il mestiere di cavaliere, Isabel e le sue compagne hanno studiato tedesco, francese, latino, musica, letteratura e ricamo. Anche se il corteggiamento aveva deciso per ragioni politiche tra i due giovani nacque un amore sincero, animato dalla fede e dal desiderio di fare la volontà di Dio . All'età di 18 anni, Luis, dopo la morte del padre, iniziò a regnare in Turingia. Ma Isabella divenne oggetto di giudizi di sovrapposizione, perché il suo modo di vita non era per il taglio. Così, anche il matrimonio non era sontuoso e costi monetari del banchetto è stato dato in parte ai poveri . Nella sua profonda sensibilitàElisabetta vedeva le contraddizioni tra la fede professata e la pratica cristiana . Non stare in piedi compromesso.
Una volta che si entra in chiesa nella festa dell'Assunzione, si tolse la corona, metterla davanti alla croce e laici prostrata al suolo con il volto coperto. Quando sua madre la rimproverò per quel gesto, ella rispose: "Come posso io, creatura miserabile, continuare ad indossare una corona di dignità terrena, quando vedo il mio Re Gesù coronato di spine?".
Ha agito con i suoi soggetti nello stesso modo in cui si comportava davanti a Dio . Nelledichiarazioni dei quattro fanciulle trovare questa testimonianza: "Io non mangiare cibo senza prima era sicuro che è venuto dalle proprietà e dei beni di legittima del marito. Invece, si è astenuto da prodotti realizzati illegalmente, e curato anche risarcire coloro che avevano subito violenza " (nn. 25 e 37). Un vero esempio per tutti coloro che occupano posizioni di comando: l'esercizio dell'autorità, a tutti i livelli, deve essere vissuto come servizio alla giustizia e alla carità, nella costante ricerca del bene comune .
Santa Elisabetta d'Ungheria
Isabel praticato assiduamente le opere di misericordia: è stato a mangiare bere e che chiamava alla sua porta, a condizione che i vestiti, pagare i debiti, si prese cura dei malati e seppellito i morti . Scendendo dal suo castello, si recava spesso con il suo ancelle nelle case dei poveri, avevamo pane, carne, farina e altri alimenti. . Personalmente consegnato cibo e vestiti accuratamente controllati e letti poveri Quando segnalato questo comportamento di suo marito, che non era solo sconvolto, ma gli accusatori, ha dichiarato:"Anche se io non vendo il castello, contento ' . In questo contesto, vi è il miracolo del pane trasformato in rose: mentre Elisabetta era sulla strada con il suo grembiule pieno di pane per i poveri, incontrò il marito ha chiesto che cosa indossava. Lei aprì il grembiule e, invece del pane, comparvero magnifiche rose. Questo simbolo di carità è presente molte volte nelle raffigurazioni di santa Elisabetta .
Il loro matrimonio era profondamente felice : Elisabetta aiutava il marito a sollevare le loro qualità umane a livello soprannaturale, ed egli, a sua volta, protetto la sua donna nella sua generosità verso i poveri e le pratiche religiose. Sempre più ammirato la grande fede di sua moglie, Luis, riferendosi alla sua cura per i poveri, ha detto: "Cara Elisabetta, è Cristo che si sono lavati, nutriti e curati" . Una chiara testimonianza di come la fede e l'amore per Dio e per il prossimo rafforzano la vita familiare e rendere ancora più profondo il matrimonio.
Profimedia
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La giovane coppia trovò appoggio spirituale nei Frati Minori, che, dal 1222, si diffuse in Turingia. Tra loro Frère Roger ha scelto Isabel (Rüdiger) come direttore spirituale. Quando ha raccontato la storia della conversione del giovane e ricco mercante Francesco d'Assisi , Elisabetta era eccitato ancora di più nel suo modo di vivere cristiano. Da allora, più decisamente seguì ancora Cristo povero e crocifisso, presente nei poveri . Anche quando nacque il loro primo figlio, seguito poi due, il nostro santo non abbandonò mai le sue opere di beneficenza . Ha anche aiutato i Frati Minori a costruire un convento a Halberstadt, di cui frate Ruggero divenne maggiore. La direzione spirituale di Isabel è andato bene, Corrado di Marburgo.
Una dura prova fu addio al marito, a fine giugno del 1227 quando Ludovico IV unì alla crociata dell'imperatore Federico II, ricordando a sua moglie che era una tradizione per i sovrani di Turingia. Isabel ha detto: "Non voglio tenere. Ho presentato tutta me stessa a Dio ed ora devo dare a te ". Tuttavia, la febbre decimò le truppe e Luis si ammalò e morì ad Otranto, prima di imbarcarsi, nel settembre del 1227, all'età di ventisette anni. Isabel, dopo aver sentito la notizia, era così afflitto che si ritirò in solitudine, ma poi rafforzato dalla preghiera e consolata dalla speranza di rivederlo in Cielo di nuovo si è interessata negli affari del regno. Ma aspetta un altro test:. Suo fratello usurpò il governo della Turingia, dichiarandosi vero erede di Ludovico e accusando Elisabetta di essere una donna devota inadatto a governare 's giovane vedova con tre figli, fu cacciata dal castello di Wartburg e ricercato un luogo di rifugio . Solo due delle sue figlie è rimasta al suo fianco, e accompagnato i suoi tre bambini affidati alle cure di amici di Luis. Wandering i villaggi, Isabel ha lavorato dove ha ricevuto accoglienza, curando i malati, filava e cuciva. Durante questa prova, sostenuto con grande fede, pazienza e dedizione a Dio, alcuni parenti, che sono rimasti fedeli e considerati governo illegittimo di suo fratello, il suo nome riabilitato . Così Isabel, nei primi mesi del 1228, potrebbe ricevere un reddito appropriato per ritirarsi nel castello di famiglia a Marburgo, dove abitava anche il suo direttore spirituale Conrado. E 'stato lui che ha fatto riferimento a Papa Gregorio IX il seguente fatto: "Il Venerdì Santo del 1228, mise le mani sopra l'altare della cappella della sua città, Eisenach, dove aveva accolto i Frati Minori, alla presenza di alcuni frati e familiari Elisabetta rinunciò alla propria volontà ea tutte le vanità del mondo. Ho voluto rinunciare anche tutti i possedimenti, ma io dissuaso dal amore per i poveri. Poco dopo costruì un ospedale, raccolse malati e disabili e servita al tavolo per il più miserabile e impotente. A me sgridare per queste cose, Isabel ha risposto che il povero ha ricevuto una grazia e umiltà "speciale (Epistula magistri Conradi , 14-17).
Troviamo in questa affermazione una certa esperienza mistica simile a quella vissuta a San Francisco: in effetti, il Poverello di Assisi dichiarò nel suo testamento che i lebbrosi che servono, che prima sembrava amaro trasformano in dolcezza di anima e di corpo (Testamentum , 1-3). Elisabetta trascorse gli ultimi tre anni della sua vita in ospedale lei fondato, servendo i malati, a guardare oltre i moribondi. sempre cercato di rendere i servizi più umili e lavori ripugnanti . E 'diventato quello che si potrebbe chiamare una donna consacrata in mezzo al mondo ( soror in saeculo ) e formò, con alcuni dei suoi amici, vestita in abiti grigi, una comunità religiosa . Non a caso è patrona del Terzo Ordine Regolare di San Francesco e del l'Ordine Francescano Secolare.

martedì 12 novembre 2013

Una bella notizia...l'ho incontrato!

Gesù rivela alla donna di Samaria la sua sete...(Gv 4,1-29).
E nel tuo cuore, quale sete abita?

Anch'io come la Samaritana ho incontrato Gesù presso quel pozzo, 
ed è li che mi ha rivelato la sua sete...quella sete che apre le porte
al mistero di Dio.
Gesù si è fatto assetato per dissetarmi...povero per arricchirmi. La
sua è sete d'amore, sete di fede...ed in questa sete ho trovato me stessa...nutrendo Cristo col mio amore e la mia fede ho nutrito la
mia anima...ho salvato me stessa e la mia vita. Presso quel pozzo, avvenne il miracolo che portò il Divino nel mio cuore aprendolo a nuovi e sconosciuti orizzonti di amore. Fu allora che lasciai la mia brocca piena di crepe ai piedi di Gesù e mi aprii felice verso gli altri. Ora nel mio cuore abita una sola sete, quella di pormi all'Ascolto della sua Parola, abbeverarmi all'unica fonte dove sgorga acqua viva, che disseta, nutre, istruisce e guida Ecco perché ho abbandonato la brocca...non ne ho più bisogno...ho trovato un'altra acqua: "l'acqua viva" dello Spirito Santo che rigenera l'uomo interiormente facendolo rinascere a nuova vita. "Chi beve dell'acqua che io gli darò, non avrà mai più sete" (Gv 4,14). E' così che fede si fa contagiosa, l'incontro con i testimoni di Cristo è solo
il primo passo. La vera fede sorge quando si incontra personalmente il Cristo, come la samaritana. Tutti noi dovremmo essere umili e chiedere al Signore il dono dell'acqua che sgorga dal suo cuore e che ha il potere di renderci felici per la vita eterna. Sono certa che nella misura in cui ci impegneremo nella ricerca di quest'acqua, il Signore Gesù ci ricompenserà, anzi, ci darà molto di più di quando osiamo sperare, come ci ricorda l'Apostolo Paolo: "Le sofferenze del momento presente non sono paragonabili alla gloria futura che dovrà essere rivelata in noi". (Rm 8,18).

Maria Maistrini


domenica 10 novembre 2013

IL MONDO HA BISOGNO DI PREGHIERE

Bisogna pregare senza mai stancarsi, il mondo ha bisogno di preghiere.

La preghiera è un' elevazione, non solo dell'anima, ma dell' essere nella sua totalità a Dio, spirito e corpo si fondono in un movimento sincronizzato che ci congiunge al Cielo.
Pregando entriamo in diretto contatto con Dio. Affinché le nostre preghiere arrivino a destinazione, è opportuno che questo atto introspettivo di profonda fede parta dal cuore e dal nostro cuore arriva a quello di Cristo, generando un' unione spirituale totale : "Chi rimane in Me e Io in lui, fa molto frutto perché senza di me non potete fare nulla...Se rimanete in me le mie parole rimangono in voi, chiedete quello che volete e vi sarà dato.
( Giov 15,5-7).

"La preghiera è necessaria all'uomo come l'acqua è necessaria per la vita del pesce"( S. Agostino).
"Niente al mondo è più forte del giusto che prega. L'uomo che prega ha le mani sul timone della storia" (S. Giovanni Crisòstomo).
"Vorrei essere un predicatore. Salirei su di una montagna e griderei a tutta la terra: Uomini, pregate! Chi lascia l'orazione presto diventa o una bestia o un demonio. (S. Teresa d'Avila)

La preghiera è l'arma invincibile contro i pericoli del mondo. Pregate! La preghiera è la chiave dei tesori di Dio e il mezzo per raggiungere la vittoria nella lotta del bene contro il male. (Padre Pio)

La crisi in cui riversa oggi l' intera umanità , una crisi che ha travolto anche l'universo dei consacrati, è generata principalmente da una crisi della vita spirituale. Le cose terrene, ciò che è esteriore all' uomo, hanno preso il sopravvento sul mondo interiore.
Gesù pregava incessantemente, trascorreva intere notti in meditazione (v. Luca 6,12, Marco 1,35; Matteo 14,23).
La preghiera deve tornare ad essere la prima manifestazione della nostra presenza nella Chiesa.
Dobbiamo conformarci a Lui affinché la nostra anima possa essere salvata dobbiamo riscoprire il valore del silenzio, allontanandoci da tutto ciò che genera rumore, ci distrae e ci allontana dal cammino retto.
Solo nel silenzio e nella meditazione possiamo tornare ad ascoltare la Parola di Dio, oggi siamo diventati sordi ma è solo colpa nostra! Il Padre Celeste, anche attraverso Maria, non ha mai smesso di parlarci neanche per un solo istante.

Ave Maria!

Maria Maistrini

Il Santo Rosario del Vaticano...pregate con me!!!







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Esposizione dei misteri

Il Rosario è composto di venti "misteri" (eventi, momenti significativi) della vita di Gesù e di Maria, divisi dopo la Lettera Apostolica Rosarium Virginis Mariae, in quattro Corone.

La prima Corona comprende i misteri gaudiosi (lunedì e sabato), la seconda i luminosi (giovedì), la terza i dolorosi (martedì e venerdì) e la quarta i gloriosi (mercoledì e domenica).

«Questa indicazione non intende tuttavia limitare una conveniente libertà nella meditazione personale e comunitaria, a seconda delle esigenze spirituali e pastorali e soprattutto delle coincidenze liturgiche che possono suggerire opportuni adattamenti» (Rosarium Virginis Mariae, n. 38).

Per aiutare l'itinerario meditativo-contemplativo del Rosario, ad ogni "mistero" sono riportati due testi di riferimento: il primo della Sacra Scrittura, il secondo del Catechismo della Chiesa Cattolica.



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